Venerdì 26 settembre, a Padova, si è svolta la prima edizione di CulturaLab – Intrecci e visioni per il fundraising culturale, una giornata di confronto dedicata al futuro del fundraising per la cultura, tra nuove sfide, strumenti e relazioni promossa da Terzofilo e La Bottega del Fundraising, primo evento del neonato Comitato Culturalab. Ecco qualche numero:

150 sono i professionisti e gli operatori culturali che hanno partecipato

14 sono state le relatrici e i relatori che hanno detto sì al nostro invito

10 sono state le candeline soffiate per l’anniversario di Terzofilo.

Dieci anni di cambiamenti

Il convegno si è aperto con un focus su come è cambiato negli ultimi dieci anni  il fundraising per la cultura. Marianna Martinoni – presidente di Culturalab e founder di Terzofilo –  ha dato il via ai lavori sottolineando come l’Art Bonus abbia in questo arco di tempo aperto la strada alla partecipazione di cittadini e imprese, mentre crowdfunding e digital fundraising abbiano moltiplicato le occasioni di coinvolgimento.

Nel raccontare la sua esperienza nel settore ha confermato che – anche guardando ai modelli internazionali – sempre più musei, teatri, orchestre, biblioteche, associazioni e fondazioni culturali hanno iniziato a capire l’importanza di integrare il sostegno pubblico con risorse private e la necessità di inserire una funzione di fundraising all’interno del proprio team di lavoro. Poco a poco il fundraising, da attività accessoria, è diventata una funzione strategica per la sostenibilità delle organizzazioni culturali. Accanto alle strategie, sono cambiati anche i donatori: dal mecenate tradizionale si è passati al donatore 3.0: connesso, esigente, desideroso di trasparenza e coinvolgimento, in cerca non tanto e non solo di visibilità ma di senso, appartenenza, partecipazione. Anche le imprese, davvero messe alla prova in questi ultimi mesi, si sono evolute; non più sponsor, ma partner autentici in percorsi di responsabilità sociale e impatto culturale. La cultura, in questo nuovo scenario, diventa luogo di incontro e di valore condiviso.

LA DOMANDA: vale ancora la pena parlare di Fundraising per la Cultura?

Nelle settimane prima dell’evento – terribili sul piano internazionale con il genocidio e l’espulsione dei palestinesi da Gaza, i droni russi non solo sull’Ucraina, l’assassinio di Charlie Kirk nello Utah, le catastrofi legame al climate change –  ci siamo chieste più volte se avesse  ancora senso  parlare di fundraising per la cultura in questi tempi complessi che stiamo attraversando. Circondate da notizie di morte, di guerra, di disastri ambientali, nell’organizzare Culturalab abbiamo cercato di capire se dentro a tutto questo ci fosse spazio per un racconto diverso, dove il farsi la guerra non fosse l’unico elemento narrativo. Le esperienze, i racconti e le testimonianze də relatorə che sono stati con noi il 26 settembre ci hanno convinto che sì può e si deve: perchè fare fundraising per la cultura significa dotare la cultura degli strumenti perché possa essere davvero accessibile a tuttə e possa concretamente contribuire a generare senso, benessere, coesione sociale, agendo sull’empowerment delle comunità e sulla qualità dell’ambiente di vita, affinchè possa diventare bene comune e rigenerare persone e territori.

ECCO COM’E’ ANDATA

Quando il digital fa comunità

Il primo panel della giornata, moderato da Marianna Martinoni, ha esplorato come crowdfunding e digital fundraising possano diventare strumenti di partecipazione e fiducia: preziosi alleati per costruire relazioni solide e parlare alle persone e al territorio.

Sono intervenuti:

  • Laura Brucalassi, responsabile comunicazione e fundraising Fondazione Unione Musicale, Torino

  • Guya Raco, temporary manager e consulente senior in fundraising e valutazione d’impatto Fondazione Palazzo Te, Mantova

  • Davide Fagherazzi, presidente e direttore musicale Nova Symphonia Patavina, Padova.

Tre casi diversi, tre città diverse, un filo comune: la capacità di trasformare il fundraising in un racconto condiviso tra organizzazioni, artisti e comunità.

Pubblica amministrazione, enti del Terzo Settore e soggetti privati: prospettive e opportunità per costruire insieme

Moderato da Elisabetta Favaron, vicepresidente del Comitato CulturaLab e founder de La Bottega del Fundraising, il secondo panel ha visto sul palco:

  • Claudia Balocchini, avvocato specializzata in diritto degli enti e delle società, in diritto tributario e tutela dei beni culturali e d’autore
  • Valeria Romanelli, consulente di fundraising, Scuola di Fundraising di Roma

Le due relatrici hanno condiviso un approfondimento sul tema del Partenariato Speciale Pubblico Privato per la Cultura, con il caso del Teatro Tascabile di Bergamo. Un dialogo che ha mostrato come i modelli collaborativi possano diventare strumento di governance e sviluppo sostenibile anche per i beni culturali minori.

Oltre lo sponsoring: coinvolgere le aziende nel sostegno alla cultura come leva di crescita per il territorio

Moderato da Silvia Aufiero, il panel ha riunito realtà che hanno sperimentato con successo modelli di corporate fundraising e welfare culturale:

  • Maura Mascotto, direttrice del Museo Canova a Possagno (TV)
  • Cristiano Cometto, direttore operativo Fondazione APM di Saluzzo
  • Roberta Rocelli, project manager per la cultura, già direttrice del Festival Biblico.

Il confronto ha evidenziato come le imprese possano essere partner culturali, non solo sponsor: attori che co-costruiscono valore e impatto sul territorio.

Programmi di membership e “Amici di”: la strada giusta per creare valore e crescere insieme.

Moderato da Chiara Schiavon, questo  dedicato alle strategie di fidelizzazione e alle membership culturali come leve di sostenibilità.
Sono intervenuti:

  • Fanny Liotto, responsabile corporate fundraising collezione Peggy Guggenheim, Venezia

  • Filippo Guarini, Direttore Museo del Tessuto di Prato

  • Stefano Karadjov, Direttore Fondazione Brescia Musei

Le relazioni hanno mostrato quanto sia importante coltivare appartenenza, dialogo e relazione diretta con i sostenitori: la membership come comunità viva, non come tessera o vantaggio fiscale.

Il 5×1000 per la cultura: bilanci, prospettive e casi concreti per campagne sempre più efficaci

La sessione conclusiva è stata moderata da Elisabetta Favaron che ha presentato un’ interessante analisi aggiornata sull’evoluzione del 5×1000 alla cultura e le sue potenzialità per gli enti culturali.
Nel panel sono quindi intervenuti:

  • Claudia Marcolin, Direttrice Generale del Teatro Stabile del Veneto

  • Stefania Dal Cucco, co-direttrice del Teatro Civico di Schio

  • Cesare Crova, consigliere nazionale di Italia Nostra

Un dibattito che ha posto l’accento sulla necessità crescente di trasparenza, continuità e costruzione di relazioni durature con i donatori anche nel settore culturale.

Intrecci e futuri possibili

CulturaLab si è chiuso con un invito a guardare avanti. Dalle relazioni e dalle discussioni plenarie emerge una direzione chiara:

  • è più che mai urgente passare da una logica di raccolta fondi occasionale, emergenziale alla costruzione di relazioni durature;

  • la raccolta fondi non basta: servono relazioni solide e narrative coerenti;

  • è urgente lavorare su alleanze ibride, che uniscano pubblico, privato e comunità;

  • fondamentale dare prima ancora di chiedere;

  • serve curare i processi interni alle organizzazioni prima ancora della comunicazione esterna.

Ascoltare i racconti e le esperienze dei relatori è stato davvero potente: il clima che si è respirato è stato di condivisione reale. Vedere sul palco anche alcune organizzazioni che in questi anni abbiamo avuto l’onore di accompagnare, ci ha davvero fatto sentire fiere del pezzo di strada che hanno fatto, prima insieme e poi con le loro sole forze. Qualcuno ha voluto anche ricordare ” l’effetto Terzofilo“, sottolineando che – soprattutto in fase di avvio del fundraising – l’accompagnamento di un consulente esperto, attento ed empatico che consiglia, supporta, scandisce modalità e tempistiche fa la differenza.

Grate di questa giornata e dei tanti feedback ricevuti, ci prendiamo ora il tempo per ragionare su quanto è emerso e proporre nuove occasioni di scambio e confronto. Perchè, come ha ricordato Marianna Martinoni in chiusura della giornata:

“Il futuro della cultura – e del fundraising culturale – si gioca sulla nostra capacità di costruire ponti, reti e alleanze, intrecci e visioni.”


CulturaLab è un progetto di Terzofilo e La Bottega del Fundraising, realizzato con il patrocinio di Regione del Veneto, Comune di Padova, ICOM Italia, ASSIF e EUconsult Italia, e con il supporto di Italia non Profit.