Siamo fortunate.

Il nostro lavoro ci dà la possibilità di venire a contatto tutti i giorni con molteplici organizzazioni non profit che, in diversi modi, si attivano per sviluppare strategie di fundraising che le rendano sostenibili nel tempo.

E fra tutti gli strumenti contenuti all’interno della “cassetta degli attrezzi dei fundraiser”, in questi anni abbiamo avuto l’opportunità di testare con mano, a fianco degli enti con cui lavoriamo, quanto il crowdfunding possa essere un driver fondamentale per fare entrare il “sistema fundraising” dentro piccole e medie organizzazioni che scelgono di investire tempo e risorse (economiche e umane) per realizzare i propri progetti sul territorio dove operano.

Ma perché il crowdfunding (uno strumento di raccolta fondi che parte dal basso e coinvolge la community nel sostegno di un progetto) può essere così importante per gli enti che operano nel Terzo Settore?

Mettersi in gioco. Testare. Progettare e pianificare……sono solo alcune delle potenzialità di questo strumento, ma il crowdfunding è anche molto di più poiché

  • rappresenta un’occasione per ripensare e riprogrammare le proprie strategie di comunicazione, di fundraising e di audience development;
  • permette di sperimentare nuove modalità di coinvolgimento delle comunità di riferimento;
  • permette di stimolare l’innovazione e l’acquisizione di competenze in particolare digitali e di fundraising, utili a rafforzare e rendere maggiormente sostenibile il settore;
  • è un’opportunità per arrivare a pubblici attuali e potenziali e generare attenzione e sensibilizzazione nei confronti di progetti in grado di creare valore condiviso
  • molte organizzazioni usano il crowdfunding per verificare la sostenibilità e la fattibilità delle proprie idee progettuali
  • diventa fondamentale per capire se l’organizzazione può contare su una “community”interessata e vicina, ma soprattutto pronta ad attivarsi e a rispondere alla sollecitazione a donare.

Dal lontano 2005, quando la prima piattaforma è approdata in Italia, il crowdfunding (soprattutto nelle modalità donation e reward based) ha contribuito a creare alfabetizzazione rispetto alla donazione digitale e costretto le organizzazioni a ragionare in modo più concreto, con progetti dettagliati che hanno costi specifici e beneficiari chiari e identificati. Uno strumento che in Italia ha visto una crescita esponenziale soprattutto negli ultimi due anni, confermando un trend di crescita inarrestabile dal 2018.

Spesso ci troviamo, come consulenti, a proporre l’avvio di una campagna di crowdfunding per “costringere” l’organizzazione a implementare in un periodo di tempo ben definito, tutta una serie di skills che sono fondamentali per avviare il fundraising in modo strutturato sul lungo periodo.

Ecco alcune challenge -testate con mano – che lo strumento propone alle organizzazioni

  • obbliga ad avere un approccio pragmatico alla raccolta fondi con obiettivi di raccolta fondi chiari e definiti da raggiungere in un arco di tempo limitato, e obiettivi strategici e operativi misurabili;
  • obbliga ad avere un progetto chiaro, non solo per l’organizzazione ma anche per la community a cui ci si sta rivolgendo: in questo senso, possiamo dire che il crowdfunding consente di sperimentare nuove modalità per avvicinare le persone al progetto e all’organizzazione
  • obbliga a creare un team di lavoro, che vuol dire risorse umane e tempo dedicati alla campagna
  • obbliga a programmare in modo capillare tutte le attività di comunicazione, promozione e fundraising collegate alla campagna
  • obbliga ad essere trasparenti e a rendicontare i risultati della campagna
  • obbliga ad avviare un ciclo di cura (donor care) e di ringraziamento ai donatori e alle donatrici che hanno sostenuto il progetto
  • obbliga ad “avere un piano B”: gli imprevisti durante una campagna di crowdfunding sono dietro l’angolo…coordinare le attività del team vuol dire anche saper gestire le emergenze
  • obbliga a coordinare diverse aree della raccolta fondi
  • obbliga l’ente a dover comunicare in modo efficace
  • obbliga a sperimentare un primo approccio al digital marketing e al digital fundraising.

Abbiamo decantato fino a qui le opportunità che il crowdfunding offre, ma quando funziona veramente?

Quando anche le organizzazioni che scelgono di attivare un crowd (o una raccolta): hanno un progetto chiaro e definito, hanno canali di comunicazione on e offline, hanno un database di contatti da cui partire per promuovere il progetto, ma soprattutto, ancora una volta, scelgono di dedicare tempo e risorse umane!

Il nostro invito dunque è quello di testarvi e, se sei un’organizzazione non profit e vuoi avviare una campagna di crowdfunding, scrivici (link)

Silvia Aufiero    Silvia

 

P.S. Qui le campagne di crowdfunding che abbiamo seguito con successo al fianco dei nostri clienti:

– Fondazione Forma per la Fotografia – “La Biblioteca dell’immagine”: https://www.retedeldono.it/it/progetti/fondazione-forma-per-la-fotografia/la-biblioteca-dellimmagine

Fondazione Canova Onlus Gipsoteca Canoviana Possagno – “Porte aperte, occhi aperti, mente aperta”: https://www.retedeldono.it/it/progetti/fondazione-canova-onlus/porte-aperte-occhi-aperti-mente-aperta

Centro Servizio Volontariato provinciale di Padova e Rovigo – “Per Padova noi ci siamo. Volontari per la comunità”: https://www.produzionidalbasso.com/project/per-padova-noi-ci-siamo-volontari-per-la-comunita/

Museo Bottacin Padova – “Un’altra faccia di Canova”: https://www.retedeldono.it/it/progetti/museo-bottacin-padova/canova-e-altre-bellezze-al-museobottacin

Fondazione Teatro Civico di Schio – “Campus Well”: https://www.retedeldono.it/it/progetti/fondazione-teatro-civico/campus-well-costruire-relazioni

Associazione Piccoli Punti: https://www.retedeldono.it/cerca/wl-rdd/10844