In occasione del 4 ottobre, Giorno del Dono, (#DonoDay), l‘Istituto Italiano della Donazione presenta come ogni anno il Rapporto NOI DONIAMO 2024, l’indagine che offre una panoramica completa sulle abitudini di donazione in Italia e sulle principali tendenze che stanno trasformando il settore. I dati sono stati raccolto fra giugno e luglio 2024 dall’Istituto Italiano della Donazione – IID, in collaborazione con CSVnet, coinvolgendo 347 organizzazioni non profit.

 

Anche questa edizione della ricerca conferma che l’anno 2020 è stato uno spartiacque, con la pandemia che ha influenzato significativamente il modo in cui gli italiani donano.

 

Analizzando la serie storica dei dati raccolti tra il 2018 e il 2023, si osserva un calo dei donatori che scelgono di sostenere le associazioni non profit (dal 12,8% nel 2022 all’11% nel 2023, come riportato dall’Istat). Questo calo può essere attribuito a vari fattori, tra cui l’incertezza economica e un crescente distacco dalle organizzazioni tradizionali. Tuttavia, parallelamente a questo trend, si registra un aumento delle donazioni informali, ovvero quelle che non passano attraverso le associazioni e organizzazioni non profit. I donatori informali sono passati dal 50% del 2022 al 55% nel 2023, con un incremento del 5%.

Questa tendenza evidenzia una trasformazione nei comportamenti di donazione, dove la fiducia e il contatto diretto con chi riceve l’aiuto sembrano guadagnare terreno. Si riconferma l’importanza della relazione e delle reciprocità nell’atto di donare.

 

 

Il profilo del donatore italiano

Il rapporto traccia anche un profilo chiaro del donatore tipo: si tratta prevalentemente di donne tra i 45 e i 74 anni, con una particolare concentrazione nella fascia d’età compresa tra i 60 e i 74 anni; la maggior parte dei donatori risiede al Nord Italia. Un dato importante riguarda il livello di istruzione: chi possiede un titolo di studio più alto tende a donare di più.

Questo dato è significativo perché ci indica quanto sia cruciale per creare i donatori del futuro investire in istruzione e cultura intesa anche come cultura del dono: l’aumento delle competenze e delle conoscenze rende le persone più consapevoli dell’importanza del dono e dell’impatto che esso può avere sulla società. Significativa in questo senso l’iniziativa lanciata in occasione del Giorno del Dono 2024 da Forum del Terzo Settore e Istituto Italiano della Donazione dal titolo “Donare fa bene (se lo fai bene)”, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini, privati o aziende, sull’importanza di donare in modo consapevole e responsabile.

 

Il calo del volontariato

Anche il mondo del volontariato ha subito una contrazione negli ultimi anni, con un calo importante negli ultimi anni: tra il 2015 e il 2021, l’Italia ha perso quasi un milione di volontari. Anche in questo caso, il profilo del volontario rispecchia quello del donatore: sono principalmente uomini con un alto livello di istruzione, impegnati soprattutto in ambiti legati allo sport, alle attività ricreative e culturali.

 

Caso Pandoro Gate

Uno spazio particolare nell’indagine di quest’anno è stato dedicato alla misurazione dell’impatto del caso Ferragni/Balocco sull’andamento sia sulla raccolta fondi da privati che da aziende:  a sorpresa solo il 5% delle organizzazioni non profit a metà 2024 dichiara di aver avuto conseguenze negative sulla propria raccolta fondi. Più di tre su quattro affermano al contrario che il caso Ferragni non ha lasciato tracce e che i donatori fedeli sono rimasti. Le aziende, in particolare, non si sono tirate indietro e il temuto crollo del corporate fundraising non c’è stato a testimonianza che negli anni il Terzo Settore è stato in grado di costruire una relazione di fiducia con i propri sostenitori, anche attraverso un uso sempre più consapevole strumenti di comunicazione e rendicontazione trasparente.

 

Aziende

Le aziende vedono come valore aggiunto la collaborazione con il Terzo Settore e se il rapporto è costruito nel tempo ed è solido, difficilmente l’azienda rinuncia: il lavoro continuativo che gli Enti del Terzo Settore dovranno fare nel prossimo futuro è dare gli strumenti ai donatori, o potenziali donatori, per poter capire che fine fanno le loro risorse, attraverso una comunicazione sempre più chiara e trasparente.

 

Le sfide per il futuro

Il calo dei donatori alle organizzazioni e del numero di volontari solleva una grande sfida per il Terzo Settore, che deve trovare nuovi modi per coinvolgere le persone e far comprendere l’importanza del dono e del volontariato, ma anche per far sentire i donatori compartecipi delle cause che sostengono.

L’utilizzo degli strumenti di donazione online potrebbe aiutare a migliorare la raccolta fondi: il rapporto evidenzia infatti che, nonostante siano aumentate le conoscenze e le competenze digitali all’interno delle organizzazioni non profit dopo il Covid, l’online potrebbe migliorare la raccolta fondi. Democratizzare maggiormente l’accesso a queste forme di partecipazione è uno degli obiettivi chiave per il futuro, così come la creazione di strumenti e tecniche che consentano donazioni sicure, garantendo trasparenza e crescita della fiducia.

 

 

Proprio per favorire la pianificazione strategica delle campagne di raccolte fondi online e offline e la costruzione di relazioni di fiducia con i donatori Terzofilo lavora ogni giorno al fianco degli Enti del Terzo Settore.
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