Negli nostri viaggi fuori dai confini nazionali continuiamo a notare una moda diffusissima in molti luoghi della cultura: una modalità di invito al ‘sostieni’ che negli ultimi mesi sta iniziando ad interessare anche il nostro Paese complice anche l’utilizzo sempre più massivo di strumenti di pagamento cashless scelti anche per piccoli importi.
La presenza immancabile del totem di donazione al termine del percorso di visita di un museo è una consuetudine che abbiamo ritrovato in molte capitali. Da New York, da Dublino passando per Londra e Berlino fino alla piccolissima Delft, i nostri viaggi tra le sale dei musei si sono sempre conclusi con un invito a sostenere le attività proposte dall’ente o anche, più banalmente, a contribuire al sostentamento della struttura stessa.
Ammettiamolo, fa sempre un bell’effetto incontrare sulla via verso l’uscita il discreto touch point che è il totem di donazione: un pulsante ‘DONA’ in formato 3d che arriva immediatamente dopo un’esperienza potente ed immersiva nelle meraviglie del luogo.
Nessun percorso contorto tra le pagine di un sito web, non link che conducono a pulsanti, connessione lenta e voli funambolici che alla fine ti fanno chiedere: ‘Cosa volevo fare?’.
Le colonnine di donazione – o Tap To Give – sono invece un invito silente (ma non troppo!) a restituire un po’ del bello a cui si è preso parte, a dare il proprio contributo affinché la cultura possa entrare nelle vite di altri, di tutti.
Non è forse anche questo fare fundraising per la cultura?
Come si dice spesso: la donazione ha i suoi tempi. Nella cultura la donazione ha anche i suoi spazi e sono quelli in cui l’arte diventa condivisione, emozione e senso di appartenenza. E’ lì che le nostre richieste di supporto possono davvero sperare di essere ascoltate.
Il fattore phygital – Anche l’ultimo rapporto sulle donazioni digitali Donare 3.0 – di BVA Doxa per PayPal e Rete del Dono – conferma l’importanza dell’elemento fisico nella propensione al dono degli onliner italiani di tutte le età (47% di preferenze) e apre le porte al phygital (la modalità che combina dimensione digitale e fisica) anche nel fundraising.
Siamo d’accordo con Paolo Venturi quando afferma che ‘la donazione si potenzia quando è dentro una esperienza’ , ecco perché ci auguriamo che in un futuro davvero prossimo possano essere sempre di più le organizzazioni culturali italiane che vorranno dotarsi di questi nuovi strumenti per rendere facile donare!
Se vuoi sviluppare una strategia di digital fundraising per la tua organizzazione