Un identikit chiaro ed esaustivo dei consulenti che operano nel Terzo Settore è emerso dall’indagine condotta nell’ambito del progetto europeo Non Profit Consultants’ Skills (NPCSkills), cofinanziato dal programma Erasmus+ KA210-VET, e presentata a Roma lo scorso 6 novembre durante la tavola rotonda Quali Competenze per i Consulenti del Terzo Settore italiano ed europeo.
Promosso da EUconsult Italia come capofila, il progetto si propone di approfondire le competenze dei e delle professionisti/e che supportano le organizzazioni non profit in tutta Europa.
Il profilo del consulente: dati e tendenze
L’indagine, condotta a luglio 2024 su 229 professionisti e professioniste (di cui 165 italiani) attraverso un questionario online in inglese, italiano e spagnolo, ha evidenziato che i e le consulenti sono in maggioranza donne (60%), hanno un’età media di 49 anni e un’esperienza nel settore di circa 11 anni. Si tratta di professionisti/e con un alto livello di istruzione: il 50% è laureato e il 31% ha completato percorsi post-laurea.
I dati indicano che il 70% dei e delle consulenti investe regolarmente nella formazione, dedicando in media 38 ore l’anno, e che il 25% supera le 51 ore di aggiornamento. Tuttavia, permangono criticità legate ai budget ridotti (73%), alla mancanza di tempo (57%) e alla resistenza al cambiamento da parte delle organizzazioni (55%).
Aree di consulenza e sfide principali
Le aree di intervento principali includono:
- fundraising (50%),
- project management (50%),
- formazione e risorse umane (45%)
- consulenza strategica (38%).
Tra le sfide future spiccano la professionalizzazione, il cambiamento, la digitalizzazione e la diminuzione delle risorse disponibili.
Sul fronte remunerativo, la situazione è estremamente diversificata: si passa da prestazioni pro bono a redditi superiori ai 100.000 euro l’anno, con un valore mediano di 30.000 euro. Si riscontra inoltre un significativo gender gap e un divario retributivo tra Italia e altri Paesi europei.
Competenze richieste: soft e hard skills
Le competenze sociali (soft skills) come ascolto, empatia e collaborazione sono considerate fondamentali soprattutto dai consulenti più giovani e con redditi più modesti. Le competenze tecniche (hard skills) come governance, sostenibilità e gestione delle risorse umane, invece, trovano maggiore rilevanza tra i consulenti con redditi più alti e una maggiore esperienza.
Come Terzofilo, abbiamo scelto di promuovere questa ricerca e il progetto NPCSkills perché crediamo sia fondamentale far emergere ed esplorare il tema delle competenze trasversali dei e delle consulenti del Terzo Settore, ma soprattutto per sviluppare un sistema di attestazione delle stesse, farle crescere e svilupparle. Entro maggio 2025 il progetto prevede un corso pilota di formazione sulle competenze trasversali dei consulenti e un label che in via sperimentale attesti le skills.
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