La presentazione dei dati emersi nel sondaggio ‘Donare 3.0’ – promosso da Fondazione Rete del Dono e Paypal e realizzato da BVA DOXA – come ogni anno ha offerto interessanti spunti di riflessione per una (ri)valutazione strategica delle azioni da mettere in campo e per rendere il fundraising più competitivo e più donor-friendly, anche in ambiente digitale.

L’età non conta ovvero l’identikit del donatore digitale.

Cambia decisamente il paradigma anagrafico con cui viene identificato il donatore online: i giovani donatori digitali (delle generazioni Y e Z) continuano nel loro trend in ascesa, grazie anche ad una crescita nell’uso dello smartphone come strumento/device per la donazione che ‘lascia indietro’, ma solo per il momento – ipotizza Antonio Filoni di BVA Doxa – i baby boomers, principali donatori solo fino a qualche anno fa.

Dono quindi sono ovvero li presupposti per la donazione in ambiente digitale.

Alcuni focus emersi durante la restituzione dei dati fanno emergere le tre grandi ‘Wh Questions’ della donazione online:

Perché doniamo: le motivazioni che ci muovono a donare online sono molteplici: la condivisione della buona causa è il primo e fondamentale fattore emerso durante le rilevazioni BVA Doxa; tuttavia non secondari sono la fidelizzazione all’ente e la facilità di donazione.

Come doniamo: l’attivazione in occasione del Natale, lo sappiamo, è molto forte; non ci stupisce quindi che la donazione per i ‘Regali Solidali’ si confermi al primo posto con il 72% di preferenze, seguono la donazione semplice (64%) e il crowdfunding (21%).

Quanto doniamo: anche in questo caso diminuiscono le donazioni entry level (da 10€) e aumentano quelle più cospicue (50€ e più).

Tutto questo conferma la necessità di dedicare attenzione agli strumenti digitali in nostro possesso per stabilire con il donatore (online) una duratura relazione che si basa sulla fiducia.

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