Giovedì 27 marzo 2025 abbiamo preso parte all’evento conclusivo del Premio Rete del Dono per la cultura, dedicato quest’anno – oltre che alla premiazione dei vincitori dell’edizione 2024 – anche al tema “Valutazione d’impatto: leva strategica per la sostenibilità”.
Su questo argomento si sono confrontate, dialogando con Valeria Vitali, founder di Rete del Dono, la nostra Marianna Martinoni – che ha portato il punto di vista della consulente di fundraising – Alessandra Gariboldi di Fondazione Fitzcarraldo Paola Borrione di Fondazione Santagata, Silvia Tagliazucchi del Collettivo Amigdala e Federica Armiraglio del FAI Fondo Ambiente Italiano.
Dal dibattito – che si può riascoltare in versione integrale qui è emerso quanto oggi il binomio fundraising e impatto sia strategico e possa aprire nuove potenzialità alle organizzazioni culturali.
Impatto e fundraising: un’opportunità da cogliere
Viviamo un’epoca in cui la sostenibilità delle organizzazioni culturali non può più dipendere solo da contributi pubblici o dal successo immediato delle singole iniziative: è più che mai urgente che le organizzazioni ripensino il proprio modello di sviluppo e cerchino di costruire relazioni solide con donatori, finanziatori e comunità di riferimento. Fundraising e valutazione d’impatto diventano in quest’ottica strumenti fondamentali, capaci di rafforzarsi a vicenda:
- Misurare e raccontare l’impatto economico, sociale e culturale generato da un’organizzazione culturale è una leva chiave per attrarre finanziamenti e coinvolgere donatori.
- Un fundraising basato sulla narrazione dell’impatto è più efficace, perché parla direttamente ai valori e alle aspettative dei sostenitori.
Misurazione e racconto: l’indotto che crea terreno comune e coinvolgimento
I donatori – siano essi persone fisiche, aziende, enti filantropici – sono sempre più attenti e richiedono di comprendere quale siano i risultati e gli effetti concreti delle iniziative sostenute. Si apre così un’opportunità per costruire un dialogo più trasparente e coinvolgente con i pubblici e i sostenitori perchè misurare l’impatto significa:
- dimostrare il valore generato: chi finanzia un progetto culturale vuole sapere quale cambiamento ha prodotto nella comunità, sul territorio nei partecipanti e nei confronti dei beneficiari coinvolti.
- rafforzare la fiducia e la reputazione: un’organizzazione che sa raccontare il proprio impatto con dati e testimonianze diventa più credibile agli occhi di sostenitori, partner e pubblici.
- riuscire ad attivare nuove risorse: i dati sull’impatto possono attrarre nuove risorse e creare nuove collaborazioni con enti pubblici, privati e aziende attente alla sostenibilità sociale.
Perché oggi è urgente parlarne?
Nonostante questi vantaggi, il settore culturale incontra ancora ostacoli nell’integrare misurazione dell’impatto e fundraising. Alcune delle principali criticità sono:
- Mancanza di dati strutturati sul fundraising culturale: molte organizzazioni raccolgono fondi, ma poche misurano in modo sistematico l’efficacia delle proprie strategie.
- Scarso utilizzo di strumenti per la valutazione d’impatto: la misurazione è ancora percepita come un processo complesso e oneroso, anziché come un’opportunità strategica.
- Difficoltà nel creare una narrazione efficace: il racconto dell’impatto spesso non è integrato nelle strategie di comunicazione e di raccolta fondi.
Crowdfunding e misurazione dell’impatto: un’occasione concreta
Un esempio concreto di strumento che stimola le organizzazioni culturali a vedere in modo strategico il binomio fundraising e impatto è il crowdfunding. In questi 8 anni Terzofilo è stato partner tecnico del Premio Rete del Dono per la Culturale, che ha consentito di raccogliere oltre 1 milione e 600 mila €, coinvolgendo oltre 26 mila donatori.
Fonte: Rete del Dono – Presentazione Valeria Vitali 27 marzo 2025
Analizzando i casi di successo, abbiamo maturato la certezza che una campagna di crowdfunding, se ben progettata, è in grado di smuovere la community, sfida,fa crescere ma soprattutto obbliga le organizzazioni culturali a porsi domande chiave sulla propria capacità di generare valore.
“Nel momento in cui un’organizzazione culturale decide di cimentarsi in una campagna di crowdfunding – ha detto Marianna Martinoni nel suo intervento – fa un’azione che la porta ad uscire dalla propria confort zone, perde di fatto” l’equilibro per un attimo prima di poter spiccare il volo”, ma soprattutto si trova di fronte ad alcune domande chiave: ci sarà qualcuno interessato a sostenere il progetto? Sarà chiaro alla mia community perchè questo progetto è importante e merita di ricevere sostegno (anche economico)? Si capirà per chi è pensato e a quale bisogno risponde?
Il crowdfunding diventa così uno stimolo fortissimo a trovare nuovi elementi per andare oltre la narrazione tradizionale usata dalla organizzazioni culturali e per migliorare la capacità di attrarre e creare relazioni di fiducia con donatori e sostenitori: un primo laboratorio per la misurazione dell’impatto e rispondere a queste domande:
- Qual è il cambiamento che vogliamo produrre?
- Come possiamo misurarlo e raccontarlo in modo efficace?
- Come possiamo coinvolgere attivamente la nostra community anche grazie alla valutazione dell’impatto?
Conclusione
Integrare fundraising e misurazione dell’impatto non è solo una scelta strategica, ma una necessità per le organizzazioni culturali che vogliono crescere e rafforzare la propria sostenibilità. È tempo di superare la logica della mera raccolta fondi e iniziare a costruire modelli di sviluppo più consapevoli, basati su dati, narrazioni efficaci e un impatto misurabile.
Lavorare in questa direzione significa non solo attrarre più risorse, ma anche generare cambiamenti reali nelle comunità, superando anche nel settore culturale la logica della mera raccolta fondi, della ricerca di sponsor per gli eventi, iniziando a costruire modelli di sviluppo più consapevoli, basate su dati, narrazioni efficaci e impatti (al plurale) misurabili. In questo modo sarà possibile contribuire alla costruzione di un settore culturale più solido, trasparente, meno elitario a capace di generare cambiamenti reali nelle nostre comunità.
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