La decima edizione dell’Italy Giving Report – pubblicata nel numero di febbraio di VITA e presentata mercoledì 12 febbraio alle ore 17:30 sulle pagine social di VITA in una web talk a cui ha preso parte anche la nostra Marianna Martinoni – offre un’analisi approfondita sulle donazioni in Italia.

Dopo un periodo caratterizzato da una forte spinta alla generosità dovuta a eventi come guerre, pandemie e alluvioni, si osserva un raffreddamento nella propensione al dono da parte degli italiani. Sebbene il volume complessivo delle donazioni rimanga stabile, secondo i 4 principali osservatori sul dono si registra  una tendenza che pone inevitabilmente nuove sfide per il mondo del giving, ovevro una divaricazione tra il volume complessivo delle donazioni e il numero di donatori.

A fronte di un +9,83% dell’importo donato, infatti, il report registra anche un calo fra i donatori: -6,78% di donatori a realtà non profit nell’ottobre 2024 rispetto a un anno prima, stando ai dati dell’indagine Italiani Solidali di BvaDoxa, anche se un segno meno in realtà lo riferiscono tutti i principali osservatòri del dono.

Tre i focus principali del Report; il post pandoro gate, le nuove sfida dell’IA e le donazioni alla cultura: su questo tema è stata intervistata da Sara De Carli anche la nostra Marianna Martinoni:

Il fundraising per la cultura è nato un po’ obtorto collo quando i finanziamenti pubblici al settore hanno iniziato a calare. E se un tempo la sponsorizzazione era lo strumento principe per sostenere la cultura, oggi le cose sono molto diverse. Chiedere un sostegno, fra l’altro, diventa anche l’occasione per scoprire — talvolta al di là delle aspettative — quanto i propri fruitori (visitatori o spettatori che siano) si sentano in realtà parte di una community.

Tra i 5 casi raccontati da Rossana Certini anche quello della Fondazione Teatro Civico di Schio che come Terzofilo abbiamo accompagnato per diversi anni nella costruzione di una strategia di fundraising: oltre a campagne di successo con il 5 per mille e l’Art Bonus, il Civico si è cimentato anche con lo strumento del crowdfunding. Con il progetto “Campus Well”, il teatro ha vinto il Premio Crowdfunding per la Cultura 2021 come Miglior progetto di Welfare Culturale. Stefania Dal Cucco, Codirettrice Artistica e Responsabile Comunicazione e Fundraising del teatro, ha dichiarato: “Il concorso ha compattato molto il team e ci ha spinto a curare meglio la relazione con la nostra comunità”.

Un ulteriore esempio significativo di fundraising culturale, evidenziato nell’Italy Giving Report, è la Campagna Art Bonus Sosteniamo le Due Torri di Bologna. Il Comune di Bologna, con il supporto anche di Filocultura, ha lanciato un’iniziativa attraverso l’Art Bonus, permettendo ai cittadini e alle imprese di contribuire al restauro di questo simbolo cittadino, beneficiando di agevolazioni fiscali. Questa campagna ,  che ha raccolto oltre 4.4 milioni di euro in meno di 12 mesi da oltre 400 donatori, dimostra ‘importanza della partecipazione collettiva nella salvaguardia del patrimonio culturale e rappresenta un modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni pubbliche e comunità locale.

A muovere il giving nel settore culturale  non c’è però solo il riconoscersi in un “bene landmark”: un trend più recente infatti vede crescere il welfare culturale. “Le persone donano più facilmente per le persone, non c’è da stupirsi – ricorda Marianna Martinoni – Oggi, grazie al lavoro fatto soprattutto da Pier Luigi Sacco e dal Cultural Welfare Center (centro di competenza multidisciplinare dedicato a promuovere l’impatto sociale della cultura per il benessere delle persone e delle comunità) chi lavora nelle organizzazioni culturali ha consapevolezza degli impatti della cultura sul benessere delle persone, che sono scientificamente dimostrati. Alzheimer, dispersione scolastica, persone migranti… quando il progetto culturale ricade esplicitamente sulla comunità, i cittadini rispondono. Una sfida per il futuro sta proprio nella capacità delle organizzazioni culturali di proporsi come luoghi di socialità attiva. Un museo o un teatro che si interroga sul cambiamento climatico, sulla salute mentale dei giovani, sull’inclusione attiva degli anziani, che è capace di coinvolgere i nuovi cittadini… smette di essere concepito come una “torre d’avorio” o che interessa solo alle élites».

Il webtalk è riascoltabile sui canali social di Vita , mentre il report è all’interno del numero di febbraio di Vita (noi siamo abbonate, fatelo anche voi, è importante!).

Donazioni su, donatori giù: l’ottovolante del giving