Cresce l’universo degli Enti del Terzo settore iscritti al RUNTS: per quale motivo? Ce lo spiega un’indagine campionaria effettuata sui 25mila enti non trasmigrati da altri registri e nati negli ultimi due anni, promossa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e da Unioncamere – Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne e presentata il 29 maggio 2024 presso la sede di Unioncamere a Roma.

Il Registro Unico del Terzo Settore – che conta attualmente 125 mila enti iscritti – è stato istituito nel 2021 dal Ministero del Lavoro con il supporto tecnico di InfoCamere, la società di informatica del sistema camerale. Il registro opera per la piena trasparenza degli enti del terzo settore e svolge funzioni di pubblicità degli elementi informativi per gli enti che vi sono iscritti.
ETS presenti nel RUNTS, per sezione.
31 dicembre 2023 (valori assoluti e % sul totale degli enti)

Secondo i dati che emergono dall’indagine campionaria effettuata sui 25mila enti non trasmigrati da altri registri e nati negli ultimi due anni, iscriversi al RUNTS conviene in quanto: apre a opportunità di reperimento fondi, a partire dall’accesso al 5×1000, migliora i rapporti con la PA,consente un maggiore accesso a fondi.

Come Terzofilo siamo stati sempre convinti di questo, ma vedere questi dati emergere in modo inconfutabile dall’analisi effettuata ci conferma che avevamo visto giusto.
Dall’analisi campionaria sui 25mila ETS non iscritti nei registri preesistenti (a cui si sommano alcune imprese sociali di nuova iscrizione) emerge infatti che per questi operatori i problemi finanziari e di reperimento fondi sono fondamentali (li segnala il 45,8% degli intervistati), con l’autofinanziamento che diventa la scelta principale per il 63,6% degli ETS. Anche il reperimento di volontari rappresenta una nota dolente (34,7%, ma diventa 57,1% per gli ODV), seguito dalla complessità degli adempimenti burocratici (lo segnala il 34,4% del totale).

C’è poi il problema delle competenze oggi necessarie per assicurare continuità ai progetti:
il 58,5% degli ETS dichiarano che è fondamentale sviluppare competenze di progettazione, soprattutto per l’accesso ai bandi pubblici e reperimento fondi;
il 37,9% segnala le competenze per la gestione della comunicazione e dei social media (37,9%);
32,4% segnala competenze tecnico-operative
il 27,3% quelle relazionali.

Nel rapporto sono presenti, inoltre, le mappe territoriali che mostrano la distribuzione degli enti sul territorio e numerosi grafici.

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